Dialoghi editoriali #9: Del poco tempo e delle troppe fiere

Agente (pimpante): «Allora sei riuscito finalmente a leggere "Finché la barca va"?». 

Editor (guardingo): «Ricordami qualcosa, sii gentile».

Agente (meno pimpante): «Ma è quello della Oriana Bertolacci, a gennaio mi hai detto che ti interessava moltissimo, è il thriller whale-watching con sfumature steampunk, intermezzi lgbtq, specie nel legame balena-pescivendolo giapponese, e finale paranormal».

Editor (illuminato): «Ma certo, che sciocco, ora ricordo benissimo».

Agente (ringalluzzito): «E dunque?».

Editor (indignato): «Non ce l’ho ancora fatta, in fondo me l’hai mandato in gennaio».

Agente (cauto): «Ora saremmo alla fine di giugno».

Editor (conciliante): «Sì ma c’è stata Roma».

Agente (perplesso): «Roma è a marzo».

Editor (ragionevole): «E subito dopo c’è stata Bologna».

Agente (confuso): «Bologna è ad aprile».

Editor (aggressivo): «Però quest’anno era attaccata a Londra».

Agente (più confuso): «Ah».

Editor (incalzante): «E a maggio Torino. Va già bene che non c’è più Milano».

Agente (barcollante): «E dunque?».

Editor (trionfante): «Dunque se pensi che a luglio c’è lo Strega e non se ne parla, poi viene agosto e in Italia si ferma tutto, vai a capire perché, poi settembre buio pesto, Sarzana, Mantova, Campiello, Pordenone, Matera, arriviamo a ottobre con Francoforte, novembre è di soli 30 giorni e passa in fretta, poi c’è Natale, facciamo che ti dico qualcosa a gennaio?».

Agente (stremato): «Un anno per leggere un libro che ti interessa?».

Editor (comprensivo): «Va be’ se riesco lo leggo nelle vacanze di Natale. Non contarci però. Ciao, ora vado che ho la prima riunione strenne 2024. Salutami la Bertolacci e dille che la penso sempre».

Agente (orgoglioso): «Non è che puoi dirglielo tu?».