Attorno al tavolo da pranzo di casa mia il cibo serviva a consolidare vecchie intese e a crearne di nuove, producendo nei casi più felici una particolare, saporosa intimità, facendosi parola e riuscendo a smussare emotività troppo crude che nessuno osava nominare e che pure, proprio a tavola, diventavano commestibili.
Nel segno della passione per il cibo, Tenerumi è un memoir che unisce romanzo di formazione e affresco sociale.
Nata nel 1961, in pieno boom economico, Fabrizia Lanza racconta la Sicilia del Novecento attraverso i gusti, i capricci e le predilezioni, soprattutto culinarie, di una famiglia aristocratica, la propria, divisa tra passato e futuro.
Tra sé e quella casa l'autrice mette la distanza del Continente, studia e lavora “fuori”, e guarda da lontano, si sottrae, ma poi ogni volta torna a concedersi, vinta da un richiamo irresistibile di seduzioni e incantamenti – non solo gastronomici.
Attraverso un corredo di storie e ricette, personaggi e prelibatezze, dalle fave a cunigghioalla torta Savoia, Lanza racconta un'epoca in maniera intima e universale.
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