UFFICIALMENTE DISPERSI di PIER VITTORIO BUFFA (Transeuropa), uno dei più corali, intensi romanzi italiani degli ultimi anni, un caso letterario spesso mappato – a causa della sua formidabile verosimiglianza – nell’ambito della memorialistica di guerra e dell’autobiografismo, là dove appartiene al rango più alto della fiction e della letteratura contemporanee, racconto di disperata fortuna di sopravvivere, e insieme storia di una ricerca e di un confronto tra padre e figlio, tra apparenza e realtà, tra memoria e oblio, tra verità e identità, che riguarda molti di noi. È il 22 gennaio 1943 quando il Sottotenente si ritrova al comando d’una manciata di uomini, i soli sopravvissuti del suo plotone, per tentare la conquista di un gruppo di isbe dove passare la notte. La battaglia sembra vinta, quando nuove forze nemiche contrattaccano e disperdono il plotone. Il Sottotenente è l’unico che riesce a sganciarsi e a ripiegare, ma questa fortuna gli costerà cara: nessuno dei suoi umini tornerà indietro. «Dopo Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern e Centomila gavette di ghiaccio e molte altre riuscite testimonianze, sembrava ci fosse ormai ben poco da raccontare. È quindi con una lieta sorpresa che si legge il romanzo. Una macchina narrativa di grande efficacia.» (Gianni Corbi, la Repubblica) «A volte la narrativa italiana riserva delle sorprese. L’ultimo esempio si intitola “Ufficialmente dispersi”.» (Roberto Cotroneo, l’Espresso) «Un racconto di straordinaria intensità, un linguaggio che rifugge ogni ridondanza, che lascia parlare cose e situazioni. I personaggi stessi non hanno quasi un nome, eppure li sentiamo vivi, fin dal loro primo straordinario apparire. Un romanzo autentico.» (Gianfranco Bettin)
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