“Quello che so è che mi chiamo Piedimonte. Di più, non posso garantire.” Stefano Piedimonte, scrittore napoletano trapiantato a Milano tra molte alterne fortune, si è ridotto così, steso sul letto nel suo monolocale di periferia, a dubitare del proprio passato, del proprio presente e della propria stessa identità, in compagnia di Dani, un bassotto forse immaginario. Come può essere successo? C’entra uno studente universitario che per un esame ha ricevuto il compito di compilare la voce biografica di Piedimonte su Wikipedia. C’entra un’incredibile serie di false informazioni sullo scrittore, comparse online in poco tempo. C’entrano anche una cassiera ispanica salutista, una terrazza frequentata da intellettuali poco raccomandabili, un nonno che a Napoli faceva il bagno sotto le bombe… C’entrano i casi della vita, insomma. Ma quale vita? Quella che ricorda Piedimonte o quella che racconta la Rete? Un romanzo metropolitano che nasce dall’esperienza reale dell’autore (una disavventura capitata anche a Umberto Eco e Philip Roth) per farsi acuminato ed esilarante apologo sull’identità e le informazioni ai tempi delle fake news.
Questo sito utilizza cookies di profilazione
(anche di soggetti terzi).
Proseguendo nella navigazione del sito
l’utente esprime il proprio consenso all'uso dei cookies.
Per maggiori informazioni si rimanda
all’Informativa Privacy estesa e alla Cookies Policy.