Sul finire della guerra dei Cent’anni, l’ascesa e la caduta di Gilles de Rais (1404-1440) si consuma tutta in un breve arco temporale: dalle eroiche e gloriose imprese a fianco di Giovanna d’Arco, la pulzella di Orléans, all’accusa di eresia, dal ruolo liturgico sostenuto durante l’incoronazione di Reims all’incriminazione per il patto con i demoni, la sodomia, gli infanticidi. Al maresciallo di Francia si ispirerà secoli dopo anche Charles Perrault nella celebre fiaba misteriosa e crudele di Barbablù, ma la sua storia è stata raccontata da tanti altri, che l’hanno però trasformata ora in un racconto agiografico, ora in una cronaca irta di fatti di sangue, oppure è caduta in una vera e propria damnatio memoriae. Franco Cardini e Marina Montesano interrogano le fonti storiche per dipanare una difficile verità nel labirinto delle innumerevoli illazioni degli scrittori e nelle ipotesi più accreditate degli studiosi. Tra biografia e finzione concepiscono un romanzo avvincente sul maresciallo di Francia, ma anche un intrigante mémoire che ha al centro l’amara e surreale confessione di un uomo troppo adulato o troppo tradito, troppo amato o troppo odiato per le sue ricchezze, troppo temuto per il suo potere, reale o presunto tale. È facile seguire, fin dall’inizio, le vicende del sire di Rais perché il lettore ha tra le mani un sorprendente e raffinato rosario che si snoda in tre “misteri”: il “gaudioso” della santità di Giovanna, il “glorioso” dello splendore mondano di Gilles e della sua vita principesca, il “doloroso” delle pene e miserie, nascoste sotto questi onori, che costa un’enorme fatica scontare.
Questo sito utilizza cookies di profilazione
(anche di soggetti terzi).
Proseguendo nella navigazione del sito
l’utente esprime il proprio consenso all'uso dei cookies.
Per maggiori informazioni si rimanda
all’Informativa Privacy estesa e alla Cookies Policy.