La catastròfa

Paolo Di Stefano
 

Uno straordinario romanzo-verità sulla tragedia di Marcinelle.
«Ho incontrato vecchi minatori, vedove e orfani. Mi sono calato nei pozzi profondi dei loro ricordi belli e brutti, dei pensieri, delle rabbie e dei risentimenti, per salvare quelle voci dopo cinquant’anni e portare in superficie ciò che resta del dolore individuale e collettivo».

Paolo Di Stefano, La catastròfa. Marcinelle 8 agosto 1956, Sellerio

"La catastròfa, francesismo italianizzato, un colpo al cuore, ancora più violento del linguaggio corretto, è il titolo del nuovo libro di Paolo Di Stefano... Non è un romanzo, non è una cronaca, ma una narrazione, secondo la definizione di Walter Benjamin nel suo Angelus Novus. I personaggi sono tutti veri, poveri emigranti mandati al macello perché a casa loro, in Abruzzo, nel Veneto, in Sicilia, nel Molise, nelle Marche, nelle Puglie degli anni Cinquanta mancano pane e lavoro e quei manifesti rosa affissi ai muri che cercano manodopera per le miniere del Belgio allettano chi vive senza un futuro. Narrazione di una tragedia corale, è un insolito libro dove l' impasto ben fuso di testimonianze, documenti, racconto ha un doloroso fascino che rompe con la sua verità storica, politica, soprattutto umana, gli schemi di certa letteratura nostrana di oggi fatta di piccine vicende condominiali." Corrado Stajano, Corriere della Sera
«Ma alla fine abbiamo mandato giù papà al cimitero, mentre noi abbiamo rimasto qui in Belgio e non ce l’ho mai domandato alla mamma, che ora ha novantasei anni, perché ha voluto prendere questa decisione di non muoversi più dal Belgio». Il messaggio più scomodo che viene, in queste pagine, dalle parole dei superstiti è che essi furono e si sentirono orfani non solo della miniera ma, una seconda volta, orfani della patria. Marcinelle, Belgio, 8 agosto 1956, la Catastròfa (nell’espressione metà dialetto metà francese) è l’incendio scoppiato a 975 metri sottoterra in una miniera del distretto carbonifero di Charleroi. 262 morti, 136 immigrati italiani, caduti per un banale accidente ma uccisi soprattutto dall’imprevidenza premeditata, dalla mancanza di misure protettive e dalla disorganizzazione. Al di fuori delle celebrazioni rituali, la tragedia di Marcinelle è caduta in un colpevole oblio: questo libro la racconta come non è stata mai raccontata, riportando alla memoria l’epica spesso dolorosa della nostra emigrazione. È un romanzo-verità, a mezzo secolo di distanza, che non usa altre parole se non quelle ricche di fervore delle vittime – vecchi minatori superstiti, amici, familiari, soprattutto i bambini di allora – e quelle avare dei documenti ufficiali di raggelante insensibilità. Le loro voci portano il lettore nei cunicoli arroventati della miniera incendiata, negli anfratti dov’era cercato disperato rifugio, e su in superficie tra i pianti delle famiglie, il frastuono dei soccorsi e le frasi sgomente delle prime dichiarazioni; lo conducono lì intorno, nelle baracche e le botteghe dove si svolgeva la vita interrotta. E scorrono poi avanti e indietro nel tempo rispetto al presente della tragedia: ai paesi d’origine, tra poesia del ricordo e miserie primitive, all’incredibile assenza dello Stato italiano (non fu visto un presidente, non un ministro), alla parzialità dell’inchiesta successiva, all’inerzia della giustizia, e infine al solitario, silenzioso e fiero riadattamento alla vita straniera di chi rimase. Questo libro induce a riflettere su diverse parole-chiave, quali: lavoro, dignità, sicurezza, emigrazione, patria, giusta remunerazione. Parole incerte e bisognose, oggi come allora, di chiarezza.
QUI Corrado Stajano sul Corriere della Sera, QUI D-Repubblica, QUI Goffredo Fofi su l'Unità

Condividi:
 
© Copyright 2018 Grandi & Associati - Credits - Privacy Policy - Cookies Policy

Grandi & Associati

Agenzia Letteraria

Questo sito utilizza cookies di profilazione
(anche di soggetti terzi).
Proseguendo nella navigazione del sito
l’utente esprime il proprio consenso all'uso dei cookies.

Per maggiori informazioni si rimanda
all’Informativa Privacy estesa e alla Cookies Policy.