Una Puglia assolata e riarsa, afflitta dal caporalato, è al centro della nuova indagine di Vittore Guerrieri, l’improbabile indagatore creato dalla penna rigogliosa di Caterina Emili.
Ancora un amore sconclusionato e ancora un terribile delitto dove la colpa è peggiore dell’assassino. Ancora una volta Vittore Guerrieri, protagonista dei precedenti romanzi Il volo dell’eremita e L’innocenza di Tommasina, sprofonda in una Puglia che dapprima gli appare dolcissima e poi rivela la sua faccia peggiore. Eppure pensava d’aver trovato finalmente pace a Ceglie Messapica, a pochi chilometri dal mare, terra di pietre e di olivi proprio come la sua Umbria da cui è scappato giovanissimo.
Addolorata, detta Lota, figlia degli antichi zingari di Latiano, conquista l’anima del protagonista e quasi riesce ad annientarla, in uno squallido scenario di sfruttamento dove si muovono come mangime per i pesci creature innocenti, destinate a soccombere. Vittore e il suo amico maresciallo Tamurri cercano il bandolo della matassa del caporalato, piaga secolare nei campi pugliesi, che tutto sporca e tutto travia. E neanche il cadavere della giovane Katerina riesce a sparigliare le carte. Ma Vittore salva il suo cuore e si libera da una schiavitù che la sua morale, seppure squinternata, non potrebbe mai accettare.
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