Da un grande psicologa, sei storie esemplari per imparare a non restare progionieri dei rimpianti
GIANNA SCHELOTTO, LE ROSE CHE NON COLSI, MONDADORI
Abbiamo la tendenza ad attribuire virtù e pregi straordinari alle scelte che non abbiamo fatto. Riviste con la lente del rimpianto, le occasioni perdute esercitano insidiose seduzioni.`Non amo che le rose che non colsi' diceva Guido Gozzano con tenerezza e suggeriva sommessamente che, se quel fiore mantiene nel ricordo tutto il suo splendore, è perché non è stato colto mai.
Esistono molte persone che si caricano sulle spalle il proprio passato e se lo trascinano nella vita quotidiana, con la convinzione che il mondo in cui stanno vivendo non sia che l'insignificante brutta copia di quello in cui avrebbero potuto vivere. Alcuni si affidano a una sorta di sindrome da risarcimento e si aspettano dal mondo esterno riparazioni per i torti che pensano di aver subito; altri s'imprigionano in una scontentezza perenne e continuano a sentirsi orfani di fortune negate; altri ancora, ripensando a parti della propria vita che hanno ingiustamente trascurato, si convincono di poterle recuperare e si rannicchiano su immaginari blocchi di partenza per riprendere la corsa dal punto in cui si era interrotta... In questo suo nuovo libro, Gianna Schelotto affronta il tema controverso dei rimpianti e delle occasioni perdute, con lo stile che l'ha fatta amare da molti lettori: racconti che viaggiano sul confine sottile tra la letteratura e la psicologia, storie che con le loro sfumature narrative toccano le corde più profonde di ognuno di noi.
QUI la rassegna
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