Cosa succede quando un uomo senza talento si convince di meritare un posto nella Storia come artista? E cosa gli scatta intimamente quando le sue aspirazioni vengono frustrate? Nella maggior parte dei casi un bel nulla. A meno che non decida di ripiegare sulla carriera politica...
Errico Buonanno, La Sindrome di Nerone, Rizzoli
Mentre sull’instabile scena della nostra Terza Repubblica si affacciano nuovi protagonisti, Errico Buonanno ci offre questo irresistibile saggio sulle velleità artistiche irrealizzate dei grandi dittatori. Prima di mettere a ferro e fuoco l’Europa, Napoleone aveva scritto racconti gotici e uno straziante romanzo d’amore. Mussolini fu poliedrico: poeta, violinista, romanziere; a Hitler sarebbe bastato essere apprezzato come pittore. Fulgidi esempi anche nel mondo contemporaneo: Saddam si dedicava alla stesura di “feuilleton beduini”, Kim Jong-il sognava di fare il regista, il colonnello Gheddafi in tempi di gloria pubblicò una silloge di racconti dal poco profetico titolo Fuga all’inferno. A inaugurare la trista schiera, lui, l’imperatore incendiario del titolo, di cui Giovenale ebbe a dire che l’unica nefandezza imperdonabile fu quella di scrivere. La sindrome di Nerone è una lettura fulminante che ripercorre secoli di dittature, una rassegna di trascurabili opere d’arte, un manuale per la conquista del mondo sospeso sul filo sottile che corre tra il nulla e la celebrità, tra gloria eterna e inappellabile oblio.
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