«Tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 dovetti occuparmi per il giornale di una vicenda inedita e misteriosa: la scomparsa di una famiglia a bordo di un camper. Ho seguito questa storia per nove anni e verso la fine m'è venuta voglia di raccontarla in un'unica soluzione. A quell'epoca il giallo si era ormai sottratto dalle sue parentele conandoliane e si affermava come romanzo sociale contaminandosi col "noir" francese: una prospettiva per me molto stimolante dal punto di vista narrativo. Avevo bisogno di un investigatore e vista la scarsa presa del detective privato in questo Paese, ho pensato che dovesse essere un uomo delle istituzioni, un carabiniere o un poliziotto...
VALERIO VARESI, IL COMMISSARIO SONERI, FRASSINELLI
Conoscevo, per aver avuto a che fare con lui, un capo della Mobile parmigiana che si presentava con profilo apparentemente dimesso e riflessivo, una specie di don Ciccio Ingravallo alla parmigiana. Mi piacque e lo presi come modello. Si sa che gli scrittori sono ladri di vita altrui. Non sapevo se questo personaggio, schivo, grande camminatore, induttivo e intuitivo, refrattario all'informatica e diffidente della polizia scientifica, avrebbe avuto o no successo. Nel 2003 Frassinelli decise di pubblicare Il fiume delle nebbie: il libro fu incluso nei 12 dello "Strega" e risultò settimo alle votazioni per la cinquina. Fu uno dei primi gialli a partecipare al premio. Due anni dopo, nel 2005, Soneri è diventato un personaggio dell'immaginario collettivo con l'uscita della prima serie di "Nebbie e delitti", interpretata da Luca Barbareschi. Mi fa piacere vedere che lo è ancora oggi.»
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