L’amicizia può salvare dall’orrore? In una Roma occupata dai nazisti, l’incontro magnetico tra due lupi solitari, due adolescenti in cerca di se stessi. Una fiaba nera sull’amicizia e l’identità. Il capolavoro di Lia Levi.
LIA LEVI, IL BRACCIALETTO, e/o
Un ragazzo ebreo e uno non ebreo aspirano segretamente a scambiarsi i ruoli.
Corrado, quindicenne, ha partecipato all’abbattimento dei busti di Mussolini e dei fasci littori la notte del venticinque luglio. È ebreo e si aspetta che il nuovo governo abolisca le leggi razziali. È sicuro che il prossimo anno scolastico potrà frequentare in mezzo agli altri il mitico Liceo Visconti, ma i giorni passano senza che nulla cambi, anzi…
Leandro abita in una grande e vecchia casa piena di ombre e misteri con un’anziana parente russa e, fin dal primo momento in cui ha incontrato Corrado in un cinema, cerca spasmodicamente di fare amicizia con lui.
Per Corrado il braccialetto a cerchi d’oro di sua madre è il simbolo di un passato benessere sociale, di un tempo in cui vedeva la madre giovane, vitale e combattiva. Man mano che le “Leggi” hanno preso piede i genitori gli appaiono invece sempre più spenti, rinchiusi in un mondo di pensieri piccoli e meschini, e comincia a sentire nei loro confronti un crescente disprezzo.
Nel momento in cui le famiglie ebree raccolgono l’oro a causa del ricatto tedesco, apprende che il braccialetto non c’è più. I suoi l’hanno venduto senza neanche dirglielo. Ma la verità non è quello che sembra.
QUI Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera, QUI la Repubblica
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