La diffusione del coronavirus ha causato uno stato di emergenza che ha coinvolto sia la sfera individuale delle persone che quella collettiva: città deserte, famiglie chiuse in casa, chiese sbarrate, sirene di ambulanze, trasmissioni televisive focalizzate su ospedali e contagi. In pochi giorni siamo passati dalla normalità di una vita che scorreva con i suoi ritmi e le sue liturgie a una situazione precaria e allucinata, dai contorni assai simili a quelli di un film apocalittico. Le certezze di vivere in un continente tecnologizzato e inattaccabile si sono frantumate dinanzi alle cifre dei ricoveri e alle scene di morte. In questo periodo dai contorni evanescenti, sospeso nell’incertezza e nella paura, mentre una nazione ha dovuto reinventarsi una maniera totalmente inedita di vivere, Giuseppe Lupo ha registrato giorno dopo giorno sensazioni, pensieri, ricordi, ora chiedendo aiuto alle immagine contenute nei libri, ora affidandosi alle risorse dell’immaginazione. Un percorso breve ma intenso, di emozioni e progetti cha dal disincanto conducono alla speranza.
Questo sito utilizza cookies di profilazione
(anche di soggetti terzi).
Proseguendo nella navigazione del sito
l’utente esprime il proprio consenso all'uso dei cookies.
Per maggiori informazioni si rimanda
all’Informativa Privacy estesa e alla Cookies Policy.