Dopo Trappola per volpi e La rabbia del lupo, il terzo capitolo della serie di Vitaliano Draghi e Pietro Bensi non smette di sorprendere per ritmo e inventiva, tenendo il lettore con il fiato sospeso per le sorti dei due protagonisti e dimostrando che il male può insinuarsi ovunque, anche nella culla della creatività.
Firenze, 1938. C’è grande attesa per la visita di Hitler in città, un fermento che si riverbera tra i corridoi e le stanze del magnifico Regio Istituto d’Arte Romana, dove le menti più creative cercano di rubare un frammento di genio al professore Ottavio Umberti. Ma tra invidie serpeggianti e rivalità mai sopite, la scuola non può certo dirsi un posto sicuro. A poche settimane dall’arrivo del Führer, Umberti stesso viene trovato morto nella gipsoteca. È un omicidio. Il commissario Vitaliano Draghi dovrà abbandonare i problemi di cuore per un caso scottante. A unirsi all’impresa Pietro, il contadino detective, che in realtà trama nell’ombra un progetto ben più rischioso...
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