Un grande classico per ricordare che occuparci dei bambini vuol dire avere a cuore il futuro di tutti.
«Il maestro è lì per tener viva la vita: per aiutarla a incanalarsi nelle direzioni più utili, per salvarla dalle dispersioni, per arricchirne il senso, per stimolarne il moto. Non ci sono momenti morti, la noia è bandita. Nessuna curiosità è soffocata. Dalla "distrazione" di un bambino, o da una domanda buttata là quasi per caso, può nascere una fervida attività di settimane e di mesi. Tutte cose documentate, pagina per pagina, nel diario del maestro Lodi» – Gianni Rodari
Mario Lodi è stato uno dei protagonisti di quella straordinaria stagione di rinnovamento della scuola italiana che ha tentato di superare il vecchio modello autoritario per realizzare tra i banchi i valori della comunità democratica repubblicana. Questi diari, che ripercorrono la sua esperienza di maestro elementare tra il 1951 e il 1962, sono diventati una lettura fondamentale per tutti coloro che hanno a cuore non solo la scuola ma più in generale le sorti delle nuove generazioni. E in una fase storica come quella attuale, in cui crescono le aree di disagio (purtroppo anche per i bambini), in cui dilaga la retorica sulla formazione d'eccellenza e in cui è concreto il rischio di un ritorno alla scuola di classe, ricordare la lezione di Mario Lodi è più che mai urgente. Come ricordava Tullio De Mauro: «Nella scuola che Mario ha vissuto e che propone non c'è posto per bambini considerati più dotati o per quelli giudicati meno dotati, ma per bambini ciascuno dei quali ha un particolare potenziale da coltivare e sviluppare e mettere in comune». Un grande classico per ricordare che occuparci dei bambini vuol dire avere a cuore il futuro di tutti.
Questo sito utilizza cookies di profilazione
(anche di soggetti terzi).
Proseguendo nella navigazione del sito
l’utente esprime il proprio consenso all'uso dei cookies.
Per maggiori informazioni si rimanda
all’Informativa Privacy estesa e alla Cookies Policy.