- Il 16 marzo sarà il trentesimo anniversario del sequestro Moro. Dopo un’ infinita sequenza di articoli, interventi, film, libri che ne ricostruiscono le cronache, ne ammassano documenti, ne commentano i fatti, cercando e ricercando di fare luce sull’ “affare Moro”, eccoci di nuovo, all’occasione, con la pubblicazione di ricostruzioni,interventi, documenti, ecc.
- Sì, fare luce. Ma quale luce? A me sembrano giri a vuoto, spesso ripetitivi, magari con varianti, di quanto è già stato detto, smentito, sospettato, rievocato, documentato. Ripeto: quale luce dopo trent’anni di buio? E quale buio. Non c’è buco più nero di quei giorni di cronaca italiana.
- Eppure anche tu esci in questi giorni con un libro sul caso Moro.
- No. Adesso viene la notte non è un libro sul caso Moro. E’ il tentativo straniente e scandaloso di spiegare quel buio , mai così intenso, calato sull’intera società italiana e, in particolare , ancora una volta, allora come oggi, sul mondo politico italiano.
- E sei riuscito a darne una ragione?
- La ragione l’ho trovata nel più drammatico tra i protagonisti di quei giorni di angoscia e di lutto, Papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini. Paolo VI è il solo che avesse intuito, anzi, quasi fisicamente visto con i suoi stessi occhi, la causa di quel buio .La denunciò - tra lo sconcerto e lo scandalo della benpensante società laica e perfino di buona parte della chiesa cattolica che non aveva in simpatia quel Papa intelligente, colto e , quindi, portato al dubbio - in due discorsi pubblici, precedenti il dramma di Moro: Paolo VI denunciò la presenza stessa del Diavolo, “un essere oscuro e conturbante che semina errori e sventure nella storia umana”.
- E’ quindi Paolo VI il protagonista del tuo Adesso viene la notte, non Aldo Moro.
- Aldo Moro è solo la vittima, il Giusto sacrificato per la stoltezza degli uomini e perché Satana possa mettere alla prova la fede in Dio nel Vicario di Cristo.In una serrata sequenza di scene, ho ricreato l’antico gioco micidiale tra Dio e Satana, la scommessa giocata sulla pelle del Giusto. Come Giobbe, Paolo VI verrà consegnato da un Dio che, come suo solito, manterrà uno stretto silenzio, all’azione di un Demonio scassone e buffonesco, ma non per questo meno abile e maligno. Resisterà Papa Montini di fronte allo spettacolo del Giusto sofferente fino alla morte - Aldo Moro, del quale ben conosce, al di là della maschera di politico, le tenerezze familiari, le debolezze umane - per il quale chiede invano soccorso al suo Dio, senza vacillare nella Fede? E’ questa la scommessa tra Dio e Satana che metto in scena.
- E i politici?
- Certo, i politici, come no? Eccoli anche loro con le loro maschere ciniche attraversare la scena, ma anche loro, confusi e immeschiniti sotto il maleficio di Satana.Ecco l’onesto Zaccagnini, ecco l’inarrivabile Andreotti andare a trovare di nascosto, nella notte, il Papa che veglia in angoscia e cercare di spiegare i motivi per cui sono costretti a non venire a patti con le Brigate rosse,ad abbandonare il Giusto al suo tragico destino. Ma le loro parole passano dal cinismo alla confusione perché è Satana , nell’imitazione buffonesca di Dio, a creare la confusione delle lingue: così Zaccagnini finirà per esprimersi con le fanatiche espressioni di un mistico del Seicento e Andreotti con quelle del Manifesto del Partito Comunista. C’è anche Prodi,naturalmente, con il dito nel piattino della seduta spiritica, che interroga lo spirito di La Pira e di don Sturzo circa il luogo del sequesto di Moro. Una scena patetica della quale resteranno disgustati gli stessi spiriti evocati che andranno a lamentarsene seduti sul bordo del letto di Paolo VI.
- E chi vincerà la scommessa? Dio o Satana?
- Conosciamo tutti le parole del discorso di esequie fatto da Paolo VI nella basilica lateranense, assente la salma di Moro per volontà dei familiari. Fu un discorso drammatico in cui il Papa rimproverò quel Dio, che inutilmente aveva supplicato, per la sua assenza e per il suo silenzio.Tre mesi dopo Paolo VI morirà a Castel Gandolfo. “Adesso viene la notte” furono le sue ultime parole sul letto di morte.A quale notte alludeva il Papa morente? A quella dell’anima o a quella del mondo? O a entrambe? Dio e Satana si contenderanno la vittoria, l’uno protestando che il servo di Dio Paolo VI è morto nella sua fede, l’altro rinfacciandogli che non nella fede, ma a causa della sua fede è morto. “Può darsi” gli risponde un Dio indifferente e lontano, “In molti sono morti per la mia fede. Provvede poi la mia Chiesa a farli santi”.
- Veniamo a te, all’autore.Ma tu, come Paolo VI, credi al Diavolo che metti sulla scena?
- Se si crede a Dio è inevitabile credere anche al Diavolo. Non saprei dire esattamente chi sia né l’uno né l’altro, anche se siamo abituati a immaginarli con sembianze umane sublimate o degradate.Ho conosciuto e parlato con esorcisti, anche vescovi della chiesa cattolica.Le scene di devastazione che ho descritto nelle stanze private del Papa mi sono state suggerite da quei colloqui.Trovo inspiegabile e sicuramente riduttivo scrivere interi libri sul Male, come ad esempio il poderoso volume a cura di Pier Paolo Portinaro “I concetti del male”, recentemente edito da
Einaudi,dove Satana non compare neppure nell’indice dei nomi.E’ chiaro che, così facendo, non si giungerà mai in fondo al problema.
- Al posto di un dramma politico tu hai messo in scena un dramma metafisico che coinvolge il singolo come l’intera società.
- Ho ribaltato il comune ‘compianto su Moro’. Sono trascorsi trent’anni e ho ritenuto che così facendo, chiamando a responsabile del dramma il degrado – diabolico o no – di un’intera società, politica e di costume, ieri come oggi, si riattualizzasse qualcosa di inquietante che non si può relegare in un vecchio e mai digerito senso di colpa.
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