Nel 2005 il Premio Nobel per la Letteratura ha consacrato
Harold Pinter
(Londra, 1930) come il maggior autore teatrale contemporaneo. I suoi
lavori, dal Calapranzi al Compleanno, dal Ritorno a casa a Tradimenti,
sono i più rappresentati nel mondo. Eppure una fama di impenetrabilità
e inquietudine accompagna lo scrittore inglese. Dicono che il piacere
di leggere le sue commedie derivi proprio dal fatto che "non si capisce
mai fino in fondo di cosa parlano". Forse la pensa così
anche l'autore: "Non chiedetemi di riassumere una mia commedia. Non saprei descrivere i
miei personaggi. Posso soltanto dire: questo è successo, questo dicono, questo fanno".
C’è tuttavia una maniera per raccontare il teatro di Pinter, e lo hanno fatto
Gianfranco Capitta e Roberto Canziani
in un libro appena uscito da
Garzanti
:
seguire le piste della sua vita, rintracciare i temi che ricorrono
nelle sue opere, ascoltarlo mentre parla di sé e delle sue idee.
Il libro ne traccia un ritratto completo, come uomo di teatro e come
cittadino che continua a esporsi nella difesa dei diritti umani. Contro
ogni forma di oppressione e prevaricazione. Che è, in fondo, ciò di cui
parlano le sue commedie.