in libreria dal 8 settembre,
Aiutami tu
, il nuovo attesissimo romanzo di Paolo Di Stefano
Pietro, tredici anni, la sua adolescenza ferita, i suoi sogni, il suo
sguardo spaventato e rabbioso sul mondo. La sua sete di normalità. Il
suo bisogno di giustizia. Le sue lucide fantasie di vendetta. Il suo
cammino dentro il mistero degli affetti famigliari devastati per uscire
dal buio. A qualunque costo.
Pietro scrive a Marianna, la chiama con mille nomi diversi oppure la
contrae in una M puntata. Sappiamo che Marianna è una presenza
sfuggente, anche eroticamente sfuggente, ma, aspetto ben più decisivo,
sappiamo che è il suo unico interlocutore. E Pietro scrive. Scrive
perché ha assolutamente bisogno di raccontare, di evocare desideri, di
squadernare misteri, di dare una forma al caos della sua vita
famigliare. Pietro e la sorellina, altrimenti chiamata “la mocciosa”,
sono in balia dei genitori che si detestano e di una coppia di anziani
baciapile, i Nespola, ai quali spesso vengono affidati. Vicini di casa
e legati alla madre da un oscuro legame di dipendenza, i Nespola
ammanniscono cibi ributtanti, pregano, tramano nell’ombra e sparlano
del padre. Pietro e la sorellina capiscono che se l’ostilità fra i
genitori diventa sempre più profonda è anche perché l’intrusione dei
Nespola si fa sempre più minacciosa. Pietro addensa intorno a questa
minaccia cupe fantasie di terroristi, di rapimenti, di delitti. Di
tanto in tanto coglie sprazzi luminosi, quasi la realtà volesse
lasciare intendere che una beatitudine esiste: un sorriso della madre,
una gita al lago con il padre, il seno generoso della compagna di
banco. Ma sono tracce sempre più sottili. Pietro vuole una vita
normale. La vuole per sé e per la “mocciosa”. Vuole giustizia. E per
avere giustizia, è pronto a tutto. È pronto a tradurre in un concreto
piano di liberazione quello che era solo il sobbollire di
un’immaginazione sofferente.
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