Fulvio Panzeri ha definito il tuo Annunciazione “uno dei libri più importanti della narrativa italiana degli anni Novanta”. Molti lettori si sono chiesti quanto ci sia di personale nel tuo viaggio fra Annunciazioni...
Quello che accade al personaggio del libro ricalca, sì, una mia esperienza personale. Circa vent’anni fa, all’Accademia di Venezia, ero rimasta colpita dallo spavento di Maria di fronte all’angelo in un quadro di Veronese. Quell’emozione, e l’episodio dell’Annunciazione riferito da Luca nel suo vangelo, avevano continuato ad accompagnarmi. E dopo l’uscita, nel 1993, del mio primo romanzo, I dimenticati, avevo deciso di approfondire la ricerca in un libro, attingendo alle letture e agli appunti che avevo raccolto negli anni precedenti ed esplorando il tema in opere storiche, teologiche, filosofiche, poetiche. Un viaggio che ho ripreso e ampliato in questa nuova edizione.
Questa nuova edizione, appunto, che cosa ci riserva?
Mi riconosco nel recente commento di Fulvio Panzeri, che ben sintetizza il sottotitolo: Storia di una fascinazione. (“Ed è proprio questa fascinazione a connaturare i movimenti interiori della donna, a mettere a confronto la sua lettura religiosa e metafisica dell’opera d’arte e i riflessi che questa possibilità di leggere le immagini ha sull’assetto personale della protagonista”, NDR). E tra i nuovi racconti tengo particolarmente a quello dedicato a un quadro singolarissimo, e cioè l’Annunciazione di Savinio (
vedi lo speciale G&A
)
Si può affermare che Maria riassuma gli innumerevoli volti dell’identità femminile?
Maria non è una figura mitologica: è una donna, non una dea, e come tale ha reazioni umane. Quale donna non avrebbe tremato di fronte a un angelo venuto ad annunciarle una gravidanza divina? Sono però contraria alle psicologizzazioni: le sue reazioni, prima di paura e poi di totale accettazione, diventano più sfaccettate e più illuminanti all’interno della storia sacra di cui è protagonista. Ci sono dei versi molto belli di Rilke nella sua Vita di Maria che affrontano con particolare intensità il rapporto tra Maria e l’Angelo...
Per esempio?
I versi che chiudono la poesia: “... soltanto lei e lui; guardare e guardato, occhio e delizia dell’occhio, se non qui in nessun luogo: vedi, questo fa paura. Ed ebbero entrambi paura. Poi l’angelo cantò la melodia.”
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