nei saggi
Garzanti
, il nuovo
Ferdinando Camon
,
Tenebre su tenebre
Quando Dio si vergogna degli uomini e gli uomini si vergognano di Dio
«Cominciamo a pensare quando sentiamo la ragione sragionare»,
scrive Ferdinando Camon in Tenebre su tenebre. Coerente con la sua
provocazione, ci aiuta a sragionare, ovvero a ragionare, guardando le
cose del mondo come attraverso un cannocchiale: la sua è una lente che
permette di cogliere, oltre il brusio della cronaca, certe onde lunghe
che sommuovono nel profondo tanto la realtà quanto noi stessi.
La memoria della civiltà contadina e la percezione del mutamento,
la scrittura e la psicoanalisi, la famiglia e il sesso, la religione e
la religiosità, il corpo e la biologia, la guerra e la morte, il denaro
e il potere, la solitudine e i popoli: sono questi gli aspetti
dell’esperienza su cui Camon s’accanisce, e al tempo stesso gli
strumenti con cui misura il mondo. O, per meglio dire, gli strumenti
con cui lo soppesa, in tutta la sua feroce insensatezza.
Così, pagina dopo pagina, s’inscrive una diagnosi impietosa del
nostro tempo e delle sue perversioni, in un libro di lotta che turba e
ferisce.
«Tornare dall’aldilà, vergognarsi di Dio, adorare Satana, ringraziare
il proprio assassino, cavare gli occhi ai morti, morire di bellezza,
combattere l’indemoniato, tradire la moglie per fedeltà, cercare una
analfabeta per sposarla, fare una strage per sentirsi santo, cani
canuti in guerra, il nostro corpo è di tutti, uccidere per meritare la
santa comunione, i prezzi delle prostitute a mezzanotte e alle tre, il
sesso di chi ha paura del sesso, scrittura e ulcera, il pronto soccorso
analitico, artisti in Paradiso, Moravia, Pasolini, Dostoevskij,
Manzoni, Tolstoj, lager e gulag, Mein Kampf...»