Una nuova voce nel fortunato filone delle mamme blogger, Patrizia Violi. E cosa fa una donna quando ha un marito che si trasforma improvvisamente in talebano dell’ecologia, una figlia adolescente che la giudica, un bambino pestifero e anche un cane pazzo? Per salvarsi deve sfogarsi in rete, diventare una mamma blogger e inventarsi un URL, un bell’indirizzo web. Anche perchè la realtà può essere ancora più dura se si vive in un quartiere dove le strade hanno assurdi nomi di fiori mentre le persone fingono di essere ricche, felici e realizzate. E dove il passatempo preferito è abbronzarsi attorno alla piscina del golf club locale: per spettegolare e confrontare patrimoni e cellulite. Meglio allora partire per la tangente virtuale e vivere nell’universo parallelo del mondo dei blog che, certo, rischia di avviluppare perchè è veramente euforizzante.
PATRIZIA VIOLI, UNA MAMMA DA URL, BALDINI CASTOLDI DALAI
“Il bello di avere un blog è che appena ti colpisce la sfiga hai prezioso materiale da riciclare e raccontare. I post più commentati sono sempre quelli tragici: quando confessi che in inverno tuo figlio si è ammalato per la diciassettesima volta, sono sei mesi che il bebè non ti lascia dormire, vorresti uccidere tua suocera. Scrivere è terapeutico e le altre blogger di pronto conforto”.
E’ talmente vero che 2.000.000 di mamme italiane surfano in rete, 3000 di loro hanno un blog, per sfogarsi, raccontarsi e condividere le esperienze. Su internet una mamma 2.0 può anche soddisfare la propria vanità e presentarsi al mondo virtuale migliorandosi un po’. Smussando i difetti ed enfatizzando le doti. E’ così piacevole che si rischia l’assuefazione: si accende il computer prima di farsi il caffè alla mattina, si controllano perennemente gli accessi al blog e si leggono i commenti. Se cade la connessione si rischia la crisi di astinenza. Per le blogger più audaci l’obiettivo è diventare una “mamma alfa”, un’opinion leader, una che influenza il mercato e, casomai, potrebbe anche guadagnare pubblicizzando prodotti per l’infanzia.
“Una mamma da url” racconta tutto questo, il mondo delle blogger dietro le quinte, o meglio dietro il video del pc.
La protagonista del romanzo scopre però che anche in rete, per cavarsela bisogna però essere capaci di non prendersi troppo sul serio. Altrimenti si ritrovano le stesse tristi dinamiche del mondo reale: invidia, bugie, competizione e tradimenti. L’ironia è forse l’unica arma per non sentirsi mai madri inadeguate e riuscire a gustarsi pienamente le “gioie” della famiglia.
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