Dal «il Fatto Quotidiano» (sabato 23 gennaio 2010)
VIA ETERE
Terroni parassiti. Odio e identità di Radio Padania
Un giorno qualunque, ai microfoni dell’emittente leghista. Le parole degli ascoltatori sulla carovana del sud: disposti a crepare per il nord
di Evelina Santangelo
Radio Padania Libera 14 gennaio 2010.
«...Io riconosco un solo tipo di cultura che hanno portato loro, la cultura mafiosa...»; (conduttore) «Le telefonate viaggiano alla grande»; «l’intervento di quell’animale sudista... gente che non sa leggere né scrivere e nemmeno parlare... »; (conduttore) «unico commento minchia...»; «Io sono scandalizzata da questi meridionali... la carovana del sud»; (conduttore) «Noi lo ricordiamo, che non è che la Lega ce l’ha con i meridionali, ce l’ha con tutta una serie di parassiti che ci sono al sud, al sud ce ne sono tantissimi, perché abbiamo visto a Rosarno... anche al Nord dove ci sono dei parassiti dove purtroppo si sono infiltrati in tante istituzioni, in tante aziende o meno... questo è chiaro... Però non è che la Lega ce l’ha con i meridionali, l’abbiamo detto tante volte, ci sono tanti meridionali che votano la Lega, che ci sostengono, che ci danno fiducia... poi non è che si può pretendere che avendo il ministro dell’interno tutto cambi dall’oggi al domani»; «Per fortuna ha chiamato il primo calabrese che dimostra che, ogni tanto, c’è qualcuno col cervello anche al sud... volevo invitare il secondo calabrese, se vuole, a venirmi a trovare così discutiamo pacificamente... magari se lui mi regala una busta di proiettili e io gli regalo una testa di coniglio mozzata... questa gente non ha ancora capito che noi siamo disposti anche a crepare...»; (conduttore) «No, questa gente deve capire che la Padania, se s’incazza, son dolori, altrochè»; «...Guarda, io ho 23 anni, ma sono disposto a crepare, se è il caso...»
A parte la sintassi claudicante, il filisteismo e le risatine spavalde del conduttore, questo il tenore delle dichiarazioni di diversi radioascoltatori di Radio Padania Libera riguardo a un pezzo d’Italia i cui abitanti od oriundi (a meno che non convertitisi alla fede leghista) sono chiamati indifferentemente «meridionali», appellativo pronunciato con un tono e una serie di epiteti che lo rendono molto simile all’espressione «extracomunitari»: cioè esemplari del genere o specie «meridionale» così come esistono esemplari del genere o specie «extracomunitaria». E questo detto da gente (esemplari del genere o specie «padana», verrebbe da dire, se si volesse seguire una tale logica aberrante) che propugna il rispetto delle più particolaristiche identità locali, (le proprie identità) anche a costo di imbastire pseudomemorie collettive in cui si fatica a riconoscersi (sfiderei chiunque, a parte qualche padano di fede cieca, a identificarsi nel prossimamente mitico beato Marco D’Aviano). Di simulacri d’identità così, che di fatto si definiscono per contrapposizione contro chiunque ne minacci o sembri minacciarne o possa minacciarne presunte prerogative, più o meno reali interessi socio-economici, ne ha conosciuti, eccome, la Storia... e non sono mai stati forieri di nulla di buono... continua QUI
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